[Appunti dal tavolino di un bar] 0116 - Private Idaho
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Vi allego RICORDI DI UNA STORIA MAI NATA, sceneggiatura per una tavola autoconclusiva scritta da me, con una tavola a 9 vignette tutte di identica dimensione. Se non vedete l'immagine qua sotto potete scaricarla in formato pdf da questo link.

Questa tavola, mi rendo conto, è parecchio criptica se la si legge disegnata, a causa della mancanza di testo e la confusione che può generare il modo in cui il tempo viene raccontato. Credo che la chiave di lettura stia tutta nel titolo della tavola, ma essendo pure quello un po' interpretabile non sono sicuro al 100% sia davvero comprensibile. Di sicuro sarebbe ottimo colorarla, in modo da usare i colori per raccontare meglio lo stacco tra realtà e immaginazione del protagonista.
Oppure fa proprio cagare e mi segno l'idea per farci un'altra storia.
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"L'oggi non esiste più perché il passato ha consumato il presente?" è una delle innumerevoli frasi che ho sottolineato su The Weird and the Eerie, saggio di Mark Fisher dedicato appunto ai concetti di weird e eerie nella narrativa. Anzi, nel mondo contemporaneo, dato che Fisher lungo il saggio parla di storie, musica ma anche di luoghi in cui si possono ritrovare queste atmosfere. Ne ho parlato su N3rdcore in questo pezzo ed è un saggio pieno di osservazioni interessanti, collegamenti inusuali tra autori anche molto diversi tra loro e in generale una lettura affascinante che fa venire voglia di approfondire l'argomento.
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Quando si tratta di tempi di lettura dei fumetti, leggo spesso l'idea secondo cui una splash page richiede meno tempo per essere letta rispetto a tavole con più vignette e che, in teoria, aumentando il numero di vignette aumenti il tempo necessario a leggere la tavola. In pratica se volete aumentare il ritmo della storia fareste bene a tenere poche vignette e infilare splash page qua e là. Il punto, per me, però è: è sempre vero?
Riflettendoci mi sono venuti in mente due esempi di splash page (e in caso ci siano dubbi una splash page è una pagina occupata da una sola vignetta enorme). Caso A:
un tizio colpisce al volto un altro tizio, magari facendo una battuta da action hero, magari c'è un bel KRACK a indicare il colpo.
Quanto ci metti a leggerla? Nulla, direi. Sì magari il disegno è talmente figo e ricco di particolari che ti ci perdi, ma durante la prima lettura della storia è facile che si veda la pagina e si passi alla successiva, anche per sapere se e come va avanti la scazzottata.
Caso B:
Siamo all'aperto. Una donna tiene tra le braccia un uomo morto ammazzato, è successo da poco: il morto mostra tutti i segni di una lotta disperata. La donna lo tiene a se, piange rabbiosa. Dietro di loro, in piedi, quattro persone che chiamiamo 1, 2, 3 e 4. 1 osserva i due del tutto impassibile, leggermente in disparte rispetto agli altri. 2 è sconvolto, addolorato, non piange e cerca di avvicinarsi ai due ma è tenuto fermo con forza da 3, che piange ma senza darlo troppo a vedere. 4 è al cellulare, osserva la scena tenendosi la testa pensieroso, non piange.
Ora, secondo me, questa seconda immagine chiede al lettore di notare un sacco di informazioni. Non tanto perché ci sono più personaggi che nell'esempio A, ma perché ogni personaggio reagisce in maniera diversa e fa cose diverse. Se sono personaggi ben noti al lettore questi dovrebbe capire se le reazioni sono coerenti con il loro carattere oppure no, e in questo secondo caso chiedersi perché. Se sono personaggi che si stanno conoscendo ora, la splash page dovrebbe dar modo a chi legge di iniziare a farsi un'idea dei loro caratteri. Tutto questo richiede una certa attenzione e tempo nella lettura.
Questi sono i primi due esempi che mi sono venuti in mente, sono molto estemporanei e andrebbero inseriti nei loro contesti narrativi: cioè bisognerebbe sapere che succede nelle pagine prima e in quelle dopo, per sapere davvero in che modo siamo arrivati a quella splash-page specifica e quindi capire anche quanto è importante ai fini del racconto. Però mi pare possano sottolineare come la splash-page, di suo, sia una vignetta come le altre: ha i suoi utilizzi a seconda di quel che vogliamo raccontare e non è detto che chi scrive le usi sempre e solo in un certo modo.
Chiaramente una vignetta grossa come una pagina avrà più spesso un certo tipo di contenuti e inquadrature piuttosto che altri ma nessuno vi vieta di uarla per un primissimo piano, come fatto da Eric Powell in una bellissima storia di The Goon:

L'immagine qua sopra è tratta dal volume Chinatown and the Mistery of Mr. Wicker, e vi sfido a leggerla velocemente.
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Habemus podcast! Con la banda di Popcore e N3rdcore stiamo lavorando da qualche tempo a Popscriptum, il podcast ufficiale della galassia Core. Trovate il primo episodio a questo link in cui Anna, Luca e Felice vi parlano di Adrian, una tipa che disegna peni correndo e trailer interessanti. L'idea è di fare un episodio al mese e nelle prossime puntate potreste scoprire che voce ho.
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E pure la prima mail di febbraio ve la ritrovate dentro alla casella di posta elettronica. Tranqulli che è timida e non darà fastidio alle altre mail. Anzi, se a voi Appunti piace e volete consigliarla ad altri indirizzateli alla pagina in cui iscriversi, che è questa.
Non c'è comunicazione senza rischio e se non comunichi fai solo muschio.
Ci si becca fra una settimana!
Davide